lunedì 12 gennaio 2009

Lacy Gemstone Ring



Oggi è stata una giornata bellissima, fredda e pungente ma con un cielo limpido e pulito. Uno di quei giorni in cui mi piace uscire la mattina e godermi una passeggiata fino in centro, beandomi, come sempre, della bellezza di Firenze, cui non sono ancora abituata.

Stamattina, però, niente passeggiata! Sono rimasta a casa a fare questo anello.

E' una variazione su tema del 'Lacy Gemstone Ring' di
Samejima Takako, una straordinaria designer
di gioielli giapponese. In italiano i suoi libri non sono mai stati tradotti (e che peccato!), ma per mia fortuna esistono in inglese, pubblicati dalla Japan Publications Trading Co. Il modello di questo anello lo si può trovare in Bead Fantasies, che si può facilmente ordinare online (il mio, a suo tempo, fu acquistato su www.amazon.co.uk, ma è possibile ordinarlo, per esempio, anche qui).

Quando ho cominciato a cimentarmi con la creazione di gioielli fatti di perline, vivevo in Africa, e trovare gli strumenti e i materiali giusti per completare un progetto era sempre difficilissimo. Esistevano un paio di posti dove potevo trovare bustine polverose di conteria varia, proveniente per lo più dall'India o dalla Cina e di qualità piuttosto scadente. Le perline erano assai irregolari, di misure diverse, spesso senza buco o con qualche altro vistoso difetto. I miei primi tentativi furono davvero un disastro! Soprattutto perché mi ostinavo a voler fare lavori di tessitura (o beadweaving), che invece richiedono perline praticamente perfette, che si dispongano l'una accanto all'altra in modo uniforme, così da creare una sorta di tessuto, appunto.
Le varianti sul tema, dunque, erano all'ordine del giorno, ed anche oggi, che riesco quasi sempre a reperire ciò che mi serve, ogni tanto mi piace modificare i modelli.

In questo caso, ci sono stata praticamente costretta: mi è stato impossibile trovare perline della stessa identica grandezza, il che significa che sono saltati tutti i calcoli relativi al numero delle perline necessarie per la creazione dell'anello. Ma mi sembra di essermela cavata abbastanza bene: il risultato non mi dispiace affatto, anche se è molto più vistoso (un po' volgarotto, forse, ma ho sempre avuto un debole per gli anelloni!) e meno sobriamente elegante dell'originale (questo talento naturale che gran parte dei giapponesi ha per la raffinatezza, evidentemente, non è acqua...). Un giorno scriverò con abbondanza di particolari e notizie sui libri giapponesi di craft: per me sono praticamente perfetti. Da quelli per la creazione di gioielli come quelli di Samejima Takako o della casa editrice Ondori (alcuni di questi pubblicati in inglese), a quelli che propongono vestiti da cucire da sé sono tutti bellissimi.

La cifra che li contraddistingue è la loro semplice eleganza, una sobrietà sofisticata e insieme noncurante che trovo sempre di grande fascino.
Sono troppo pochi i libri giapponesi di craft tradotti e pubblicati in inglese; non riesco a capire come le case editrici specializzate inglesi, francesi, italiane, americane non si rendano conto della loro eccellente qualità. Le istruzioni, nel caso dei beading books (uso questo termine invece che 'libri per la creazione di gioielli fatti con le perline' perché è molto più semplice e veloce), sono stringate, ma corredate da diagrammi chiarissimi.

Fiduciosa di ciò, ho ordinato un paio di mesi fa due libri tramite la libreria giapponese di Firenze, direttamente dal Giappone, quindi in giapponese! Sono piuttosto curiosa. Di sicuro sarà una bella sfida!


Samejima Takako, Bead Fantasies, Japan Publications Trading Co., Tokyo 2003

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