mercoledì 7 luglio 2010

Guida galattica per gli autostoppisti di Douglas Adams

Devo ammettere che non ho mai avuto quella che definirei una grande passione per la fantascienza, anzi.
Direi piuttosto di essere stata sempre indifferente a questo pur nobilissimo genere letterario e cinematografico, trovandolo indicibilmente noioso e lontano dalla mia sensibilità, con buona pace di un mio fidanzato dell'università che perse i suoi migliori anni cercando di farmi cambiare avviso in proposito e di farmi leggere questo libro - senza riuscirci, ovviamente (allora).

Ho dunque cominciato a leggere questo libro armata di tutti i pregiudizi del caso e, ora lo posso confessare, soltanto perché mi è stato regalato da una carissima amica, su consiglio di una persona coltissima, del cui gusto e della cui intelligenza nessun individuo sano di mente potrebbe dubitare (sì, lo so, sono una snob).

Naturalmente mi sono dovuta ricredere. E chi mi conosce bene sa che non esiste, per me, cosa migliore che ritrovarmi a dire "Ohibò, mi ero sbagliata al riguardo" - quando si parla di libri, ché in altri campi mi secca terribilmente ammettere di non averci visto giusto - (però lo faccio, se devo farlo).

Mi piace essere sorpresa e smentita, mi piace essere presa in contropiede e ritrovarmi tra le mani un testo su cui non avrei mai scommesso la proverbiale lira e avere voglia di non lasciarlo più fino a lettura ultimata, leggendo in quel modo un po' nevrotico che ho quando un libro mi piace, per cui in parte mi affretto perché voglio finirlo, in parte invece invento i pretesti più idioti per procrastinare il momento in cui dovrò voltare l'ultima pagina e comincerò subito a sentirmi orfana.

Sono sempre stata affascinata da quegli autori che riescono a costruire interi mondi, in sé perfettamente compiuti e autonomi e coerenti, con le loro leggi, la loro lingua, la loro storia e geografia ("Ma allora dovrebbe piacerti anche la fantascienza!", diceva, esasperato, il mio fidanzato di cui sopra): so di giocarmi ogni pur minima credibilità affermando che ho amato molto la saga di Harry Potter per questo motivo, ma che non sono riuscita comunque a finire Il Signore degli anelli, che pure, per le stesse identiche ragioni, avrebbe dovuto incatenarmi alle sue pagine e invece non ci è riuscito (nonostante sia evidente a tutti la sua intrinseca superiorità letteraria rispetto alla serie della Rowling).

Ci è riuscita, invece, questa Guida galattica per gli autostoppisti, che mi ha letteralmente trasportata nell'universo fantastico e surreale costruito dall'esuberante e folle immaginazione dell'autore e che è un libro veramente e totalmente delirante, pervaso di un gusto dell'assurdo e dell'invenzione incredibilmente fresco, infantile, entusiasmante e di quell'umorismo tipicamente britannico che sa essere connubio perfetto di raffinata intelligenza e sottigliezza, ma anche capolavoro di meravigliosa, semplice, pura, rilassante idiozia.

Pensate ai Monty Python, alla faccia di John Cleese o di Micheal Palin e al loro modo di farvi ridere: non è fantastico trarre la stessa innocente e sana goduria da un libro? Io penso proprio di sì.



Douglas Adams, Guida galattica per gli autostoppisti, Mondadori 1996, traduzione di Laura Serra.

6 commenti:

  1. ciao duck, anch'io non amo la fantascienza, e questo aggiunge un'altra interessante similitudine...tipo avere scritto -con amazing sincronicity - i precedenti post nei rispettivi blog quasi contemporaneamente e di argomento analogo.
    mi aggiungo a chi nel precedente 'commentario' ha visto il suo post perdersi per le vie del web, ti avevo scritto un commento che mai apparve...in cui comunque ti chiedevo info del libro "around the house and in the garden", che ho cercato in giro per tutte le librerie internazionali di roma e mi dicono che non esiste, addirittura troppo vecchio, fuori catalogo, nemmeno ordinabile etc. l'avrei letto davvero volentieri dati i temi interiori che mi bazzicano dentro in questo periodo, e ti chiedevo se cio' che mi hanno detto e' possibile e vero secondo te.... o se e' la solita, scoraggiante disinteressata pigrizia e indolenza romana
    a presto...donatella

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  2. Va be’… diciamo che un po’ di curiosità sei riuscita a generarla. Però, ecco, io con la fantascienza non ce la faccio proprio. E forse mi avvicinerei al citato libro (ribadisco: forse), solo se mi venisse regalato da persona colta e dei cui gusti mi fido ciecamente.
    Forse…

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  3. @ cheyenne 2007: Mistero! Io il tuo commento l'ho trovato, tant'è vero che ti ho anche risposto (adesso vado sul tuo blog e ti rispondo lì, così sono sicura che tu riceva il messaggio). Non disperare!

    @ valigiesogni: Ciao cara, ti assicuro che se è piaciuto a me, che sono sempre stata una fiera detrattrice del genere... Ma ovviamente non voglio forzare nessuno: hai visto mai che poi magari te lo compri e lo trovi detestabile e passi un pomeriggio a maledirmi!
    Baci

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  4. Guarda, questo te lo appoggio. Oggi esco - resistendo alla canicola - e vado a comprarlo. Ti saprò dire. E come sai anch'io adoro Harry Potter ;-)
    Ciauz

    C (from Rome with love)

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  5. Claudia, questa sì che è una manifestazione di fiducia: uscire nella canicola romana per andare in libreria a comprare questo libro. Spero di non deluderla!
    Un abbraccio

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  6. ciao duck, ricevuto messaggi, ti ho scritto @ con dettagli - a presto!

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