domenica 30 maggio 2010

Ninablu

Può essere assai imbarazzante ritrovarsi tra le mani un libro scritto da una persona che si conosce e alla quale si è legati da sentimenti affettuosi, soprattutto se esso è accompagnato da una frase come: "Tengo molto al tuo giudizio".

Nella mia vita mi sono trovata già alcune volte in questa situazione; mi vengono in mente almeno un paio di atroci occasioni nelle quali ho dovuto inventarmi qualcosa per esprimere la mia opinione nel modo più sincero ma anche rispettoso possibile.

Qualunque sia il valore artistico e letterario di un libro, non bisogna mai dimenticare che esso è prima di tutto il riflesso fedele di una dimensione molto intima, molto personale dell'autore: che il testo sia autobiografico o no non importa; esso è rimasto per mesi, per anni a volte, a sobbollire, decantare, rarefarsi o concentrarsi in quella fragilissima storta che è il mondo interiore di un essere umano che ha poi deciso di donare al mondo la sua personalissima creazione. Da questo punto di vista, ogni piccola o grande opera d'arte (e uso il termine nell' accezione più larga possibile, ma nei limiti della decenza e del buon gusto, per così dire) è, prima di tutto, un atto di coraggiosa generosità al quale si deve rispetto e, nei casi per noi più felici, gratitudine.

Ma per tornare a questo libro, quando Tiziana Rinaldi me lo ha inviato, ha pronunciato la fatidica frase di cui sopra ("Tengo molto al tuo giudizio"), invitandomi a leggere la sua Ninablu con il distacco e l'obiettività con cui avrei potuto leggere il libro di una sconosciuta (più facile a dirsi che a farsi) e a riferirle senza alcuna remora ogni possibile critica e appunto.

Non penso di aver mai potuto fingere con me stessa, neanche per un secondo, che Ninablu fosse opera di qualcun altro: c'è talmente tanto dell'autrice in questo racconto che è impossibile ignorarlo. E per fortuna: per chi voglia bene a questo folletto di donna avere tra le mani questa sua creatura, questo piccolo gioiello di poesia, tenerezza, bellezza, garbo e ironia, è una delizia assoluta.

Il libro, pensato per bambini, parla - senza alcun sentimentalismo e leziosità, e ne sia reso grazie all'autrice - dell'infanzia: un'infanzia felice, protetta e sostenuta dalla comprensione e dalla tenerezza degli adulti, e dunque un'infanzia libera, prima di tutto, e naturalmente curiosa, serenamente incosciente, generosamente aperta al nuovo e all'altro, accogliente e disponibile all'ascolto e all'incontro con il mondo esterno.

Un'infanzia cui tutti dovrebbero aver diritto, fatta di scoperte estatiche ed eccitanti in seno alla natura, di lunghe galoppate a briglie sciolte nei regni della fantasia e dell'immaginazione, di condivisione con gli altri delle proprie incursioni nel mondo, di un po' di quella cattiveria spietata ma senza malizia che c'è in tutti i bambini e anche di solitudine, quella solitudine cui anche i piccoli anelano, a volte, e che non è, ovviamente, quella crudelmente e scioccamente impostagli da adulti distratti e poco consapevoli dei loro bisogni, ma quella bellissima e sana, necessaria ad ogni essere umano, anche il più giovane, per maturare dentro di sé, dopo il generoso e gioioso movimento che lo ha portato nel mondo, la sua visione e la sua idea della realtà, per elaborare nella serena e silenziosa quiete del suo stupore, nell'infinita e caleidoscopica ricchezza della sua vita interiore, nuove visioni, nuove curiosità da soddisfare, nuovi modi di incontrare gli altri.

Lo stile del racconto è la trasposizione fedele e limpidissima dello stile pittorico dell'autrice (e bellissime sono anche le illustrazioni, spesso connotate dall'uso di tecniche miste e sempre da una scelta sottilmente elegante dei colori): buffo, tenero, a tratti stralunato e surreale, grondante magia, intelligenza, curiosità, umorismo, rispetto e attenzione per tutto, in primis per il mondo della natura in tutti i suoi aspetti, quelli più facili da amare (la sua bellezza, la sua generosità) e quelli che invece richiedono maggiore disponibilità e immaginazione per essere apprezzati (le sue tempeste, le sue furie improvvise e devastanti, i suoi ritmi oramai sempre più in contrasto con i nostri).

Il racconto ha l'andamento circolare, il tempo ora lento ora incalzante, delle stagioni: armoniosamente inserita in questa saggia e sempiterna dimensione, Ninablu vive libera di fare esperienza di ogni cosa colpisca la sua benedetta e sacra curiosità infantile, consapevole fin dal principio, pur essendo una bambina, che nella vita c'è posto per ogni cosa, che esiste un tempo per tutto e tutto è necessario: la bellezza come la paura, il riso come la malinconia, la presenza delle persone amate e la nostalgia per la loro assenza, la solitudine come la compagnia, lo splendore glorioso del sole e la pallida bellezza della luna, le
serene giornate estive e le notti fredde e in apparenza eterne dell'inverno.

E leggendo di lei, grati e incantati, ce ne ricordiamo anche noi.


Tiziana Rinaldi, Ninablu, Mammeonline, 2009.

3 commenti:

  1. Questa volta è impossibile che tu abbia finto, le tue parole sono così delicate e minuziose nel descrivere la magia del libro di Tiziana, si sente il bene, lo stupore e la meraviglia che mi invogliano ad andarne a prendere una copia da leggere al mio piccolo Tommaso, si trova in libreria?
    Buon inizio settimana Duck e grazie per i bei momenti che si passano qui!

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  2. ... vedi che facevo bene a tenerci? fiuuuu. troppa grazia! :) alla quale inchinandomi rispondo con un: grazie. e non dico altro altrimenti mi imbarazzo.

    una piccola nota per federica. posso? approfitto? riguardo al trovare facilmente il libro, vorrei dare al più presto nel mio blog le indicazioni più utili in questo senso. appena ho un attimo di buon tempo lo faccio.

    grazie e un saluto caro ad entrambe,
    tiziana (e la sua ombra in forma di nina che la segue ovunque)

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  3. @ Federica: non ho avuto alcun bisogno di arrampicarmi sugli specchi, hai ragione! Il libro di Tiziana mi è piaciuto davvero enormemente.
    Grazie a te per le tue visite!

    @ Tiziana: grazie a te, di tutta la bellezza e la poesia che crei e condividi.
    Un abbraccio

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