domenica 8 aprile 2012

Dai diamanti non nasce niente di Serena Dandini


Che questo libro l'abbia scritto proprio Serena Dandini, e non un ghost writer sottopagato, è fuor di dubbio.

Ad ogni pagina, ad ogni riga, si sente distintamente la sua voce, quella che siamo abituati ad ascoltare in programmi che, possono piacere o non piacere, ma di sicuro sono stati e sono tra i più intelligenti e guardabili che mai la tv abbia trasmesso negli ultimi 30 anni (e questo, secondo me, grazie soprattutto ai professionisti di cui la Dandini si circonda; se ha un talento questa donna, ma un talento vero, è proprio quello di saper scegliere i propri collaboratori).

A me in particolare Serena Dandini non è mai stata troppo simpatica; le riconosco un'innegabile verve, una vena lieve di spensieratezza che trovo incantevole in chiunque, ma mi irrita quel modo che ha spesso di urlare invece di parlare, il fatto che ormai si ripeta come un disco rotto - stessi gesti, stessi ammiccamenti, stessi tormentoni – e soprattutto il suo essere sempre così attenta a rispettare tutti i riferimenti culturali d'ordinanza (dai modi di dire ai gusti musicali, cinematografici, letterari, gastronomici etc.) per essere chic ma alternativa, sofisticata ma popolare, femminista ma non vetero-femminista, cosa che ai miei occhi la rende, non sempre ma spesso, un concentrato di incredibili e stancanti luoghi comuni e che, nei giorni in cui ho le paturnie, mi appare un vezzo incredibilmente snob che trovo particolarmente indigesto e mi ricorda le pastorellerie di Maria Antonietta e della sua noiosissima e annoiatissima corte (tra l'altro citata nel libro).

Ritrovare questi vezzi e questi luoghi comuni abbondantemente disseminati in 300 e passa pagine mi ha spesso indisposta e fatto alzare gli occhi al cielo; detto questo – e so di contraddirmi – Dai diamanti non nasce niente l'ho letto macinando pagine su pagine con un senso di incredibile, leggera euforia e un crescente buonumore. Sarebbe ingeneroso affermare che il merito del piacere che ho tratto da questo libro è da attribuirsi quasi esclusivamente al suo argomento (in questo momento della mia vita poche cose mi rallegrano e mi interessano di più che dedicarmi alle piante – anche nelle mie letture) e dunque non lo dirò: queste pagine nascono da una reale passione e da un sincero, autentico entusiasmo; difficile non lasciarsi gioiosamente contagiare se si condivide la stessa evidente fascinazione per la verdure che ha l'autrice.

Questo libro non è comunque un manuale di giardinaggio (rarissime e assai vaghe le indicazioni pratiche di qualunque sorta, dunque non acquistatelo se pensate di poter imparare qualcosa leggendolo), ma una raccolta di divagazioni e racconti: storie di celebri giardini, vite e gesta di fenomenali giardinieri – da Claude Monet a George Harrison, da Auguste Renoir al principe Caetani, dal mitico Peter Beales a Fabrizio De Andrè all'immancabile Vita Sackville West (con l'altrettanto immancabile riferimento a Virginia Woolf e alla di lei sorella che, vorrei dirlo alla signora Dandini, non mi risulta essere mai stata sposata con un artista di nome Ben, semmai con un critico d'arte di nome Clive Bell), più alcuni aneddoti personali più o meno interessanti; il tutto confezionato con un certo garbo e con levità, talmente tanta levità che – ne sono certa – tra qualche mese non mi resterà, di questo libro, alcun ricordo.


Serena Dandini, Dai diamanti non nasce niente, Rizzoli 2011.




17 commenti:

  1. Non è mai stata simpatica neanche a me granché, ma questo libro l'ho trovato delizioso. :)

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    1. Ricordo la bella recensione che ne hai scritto su aNobii. Saluti!

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  2. l'insofferenza ti dona, Duck. Ti ho immaginato mentre levavi gli occhi al cielo! Sei fortissima. :)

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  3. Non sono sicura che leggerò il libro. La tua recensione, invece, è deliziosa.

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    1. Conoscendo la tua scarsissima simpatia per l'autrice, posso dirti con certezza che per te sarebbe tempo del tutto sprecato. Saluti!

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  4. Non so se valga la pena di leggere il libro, sicuramente vale la pena di leggere la tua recensione, fantastica. Buona Pasqua!

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    1. Mah, ma magari prenderlo in prestito in biblioteca o da un'amica e dargli un'occhiata?
      Saluti!

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  5. Premetto che sono appassionata di giardinaggio, curare il mio piccolo spazio è per me rasserenante e quando riesco a dedicarmi agli arbusti e ai fiori che ho scelto con attenzione il tempo, magicamente, si dilata e mi sento in pace con me stessa e con il mondo.
    Mi piace leggere i libri che raccontano di chi ama il giardino, il mondo della natura e ne scrive e quando è uscito il libro della Dandini ed ho sentito la sua presentazione da Fazio mi sono subito incuriosita, conosco lei da tempi lontani, l'ho sempre seguita con piacere, anche se ultimamente la trovo eccessiva e stancante ed ora avrei potuto conoscere di lei questo aspetto, per me nuovo.
    Poi ho fatto varie ordinazioni di libri nel tempo ed alla fine mi accorgevo di essermi sempre dimenticata di quel libro, e sono arrivata ad oggi e ancora non l'ho comprato e non lo comprerò.
    ne ho letto in giro recensioni varie ed oggi ho letto la tua , mi basta ,so tutto quello che già potevo immaginare e che tu mi confermi
    A presto e buona settimana, a proposito tu che sei lettrice ' ossessiva' non potresti consigliarmi un libro che riesca a portarmi con sè completamente?
    Di questo avrei bisogno in questo momento.

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    1. Cara Adele, difficile dare un consiglio su una lettura che "porti via con sé" (mi piace molto questo tuo modo di dire).
      Di sicuro mi ha portato via con sé l'ultimo romanzo di Antonia S. Byatt, che io ho letto in inglese ma so essere tradotto dall'Einaudi; il titolo dovrebbe essere Il libro dei bambini: è un poderoso romanzo corale ambientato nell'Inghilterra edoardiana che ha come protagonisti un eterogeneo gruppo di artisti, attivisti socialisti e fabiani, orefici, vasai e chi più ne ha più ne metta. Qualunque libro della Byatt, in realtà, mi porta sempre via con sé: penso anche alla raccolta di racconti Angeli e insetti, per esempio - per non parlare del suo celeberrimo Possessione.
      Saluti affettuosi

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    2. Credo proprio di poter 'partire' molto tranquillamente, non ho mai letto niente della scrittrice, queste sono mie stranezze personali, i titoli sono invitanti e le storie coinvolgenti, tutto ciò che mi serve.
      lascio sul comodino Elena Ferrante che con il suo ' l'amica geniale' non è riuscita a portarmi, in questo mio momento particolare, con sè e ti ringrazio
      A presto

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  6. Il signor valigiesogni ha deciso che vuole questo libro. S’è incaponito dopo averne sentito parlare un paio di volte e mi ha quasi spinto a regalarglielo. Quasi. Che faccio, allora? Lo prendo?

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  7. Se proprio lo vuole... (non sono molto convinta, come puoi ben vedere :-)

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  8. In effetti, ancora una volta, mi trovi concorde con il tuo allontanamento dalla Dandini, così come mi sono allontanata dalla Bignardi e da quella sua ormai fatidica "invasione di schermo" con Mauro Corona che "solo-noi-riusciamo-a-portarlo-in-video", ma poi (guarda caso) ogni volta che deve lanciare un libro, parte, lancia pardon, bandana in testa e va lì a farsi intervistare.
    Detto questo. Concordo con Grazia: non credo di comprare il libro, ma semmai decidi di pubblicare anche tu un romanzo su aneddoti e tue recensioni, io lo compro subito!
    Bye&besos giardinieri.

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    1. Cara Nela, mi hai letta nel pensiero. Anche io, con la Bignardi, come si suol dire, "ho già dato".
      Quanto al resto del tuo commento, ripeto qui quel che ho detto altrove: di aspirante scrittore in questa casa ce n'è già uno... e non sono io!
      (comunque mi fai morir dal ridere)

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    1. Magari lo fossi! In realtà sono una vecchia bambasciona, credimi :-)

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